di MICHELE IONDINI - Non è ancora una disciplina conosciuta e a livello internazionale non vanta i riconoscimenti del nuoto, da cui arrivano la maggior parte dei suopi atleti, ma il nuoto salvamento ha grande fascino. E grazie alla Canottieri Baldesio ora Cremona ne è la capitale

Se state pensando a Mitch Buchannon o a qualcuna delle bagnine bellocce di Baywatch siete fuori corsia…e nemmeno al guardaspiaggia sonnecchiante di qualche bagno della riviera romagnola. Qui si parla di sport e agonismo e Cremona è salita sul gradino più alto del podio ai campionati italiani di nuoto salvamento. A portare in alto il nome della città in terra romagnola è stata la Canottieri Baldesio, che ha conquistato il primato della classifica a squadre al termine della manifestazione, andata in scena nelle vasche indoor dell’avanguardistico Stadio del Nuoto di Riccione domenica 26 maggio. 

Ma in cosa consiste il nuoto salvamento? A spiegarcelo è Paolo Morabito, responsabile allenatore della squadra master (over 25) della canottieri, nonché consigliere regionale del Settore Propaganda della Fin (Federazione Italiana Nuoto) e tra i pionieri fin dagli anni ‘80 della disciplina in acque cremonesi: «Il salvamento come sport nasce come costola dell’attività agonistica nel nuoto puro e da lì, infatti, arrivano molti dei nostri atleti. È diviso in discipline, tutte molto specifiche e faticose, nelle quali, ad esempio, trasportiamo un manichino che pesa moltissimo, facciamo distanze a ostacoli con determinati esercizi sott’acqua o trasportiamo un torpedo allo scopo di simulare una situazione di pericolo. Queste gare, oltre che svolgersi in piscina, si allargano anche al panorama “oceanico”, dove partecipano bagnini professionisti provenienti da paesi dalla grande tradizione specialistica come California e Australia». 

Un risultato assolutamente non scontato quello della squadra cremonese, visto il blasone delle avversarie, ma frutto di una lunga e mirata preparazione, nonostante l’oggetto primario dell’attività del settore master rimanga il nuoto puro, come spiega lo stesso Morabito: «Ai campionati mondiali di società partecipano anche squadre di città più professionalmente legate alla disciplina come Napoli, Trieste, Livorno e Genova. Noi, seppur con un approccio umile rispetto a chi è più abituato a vincere, siamo stati molto bravi. Per la nostra zona è la prima volta così in alto. Ci siamo preparati tanto, due anni mirati a questo appuntamento. Ci alleniamo tutti i giorni, su diversi turni a seconda degli impegni lavorativi e del livello, ma sempre sulla base del nuoto classico. All’avvicinarsi della gara invece indirizziamo gli allenamenti sul salvamento. Siamo stati anche a Maiorca e in Svizzera per manifestazioni di questo tipo». 

Una vittoria, dunque, che nasce da lontano (diversi podi 3 anni fa, sempre ai mondiali di salvamento) e che deve moltissimo ai pilastri della squadra, come il capitano Alessandro Corsini (già recordman mondiale), dalla cui intuizione dopo la vittoria ai campionati regionali è arrivata l’idea di tentare l’impresa su scala nazionale. Il tecnico Paolo Morabito coccola i suoi atleti, sulle cui spalle si è retta la scalata verso il tricolore: «In squadra abbiamo tanti campioni, come Iris Corniani, ex campionessa italiana anni ‘80 che prese parte anche alle olimpiadi di Atlanta, o i fratelli Lancetti, ex primatisti nel nuoto di fondo. Ma Alessandro Corsini e Alberto Lancetti sono le nostre due colonne portanti, tanto della nostra vittoria passa da loro due, ci tengo a sottolinearlo. Rappresentano il salvamento a Cremona». 
La speranza è che, per il bene di tutto il movimento cittadino, le cose possano continuare su questa strada anche in futuro: «Abbiamo in programma a breve i campionati assoluti di Riccione per il nuoto puro, a dimostrazione di come il salvamento non sia magari la priorità, ma comunque una passione molto apprezzata. L’obiettivo principale in quel senso resta riuscire a fare i tempi per qualificarsi ai vari appuntamenti».