di THOMAS MEGGIORIN - C'è un problema: mancano donatori di sangue tra i giovani. C'è una risposta: si chiama Rosso, è una startup creata da giovani e rivolta ai loro coetanei, per sensibilizzarli e avvicinarli alla donazione. Ne abbiamo intervistato uno dei fondatori

Rosso è il colore del cielo al tramonto, del cuore, della passione. Del sangue. Ma Rosso (www.donarosso.it) è anche una start up fondata nel 2022 da Chiara Schettino e Filippo Toni e formata da un team di ragazzi tutti under 25. L’idea nasce da una necessità personale di Chiara che, avendo bisogno di donazioni di sangue a causa di una forma di leucemia, ha dovuto attendere  anche 48 ore in ospedale per poterne avere. Dotata già di una mentalità imprenditoriale e da startupper, Chiara ha iniziato a studiare il motivo di questa attesa, arrivando ad una conclusione: il problema principale è la mancanza di ricambio generazionale tra i donatori. Sempre meno persone infatti donano il sangue in Italia, circa il 2,5% della popolazione, e i giovani si sentono molto distanti da questo tema.

CON IL CONTRIBUTO DI

L’obiettivo di Rosso è di facilitare il percorso di avvicinamento dei ragazzi alla donazione e insieme supportare le associazioni di donatori già esistenti e gli ospedali. Le “regole” per poter diventare donatori sono quelle standard: età compresa tra 18 e 65 anni, peso superiore ai 50 kg e buono stato di salute. Quello che fa la differenza è l’approccio di Rosso, molto “smart”: registrazione, colloquio, donazione. Un percorso semplice e veloce, per far incontrare il giovane donatore con l’associazione (come ad esempio Avis) che si occupa fisicamente della raccolta e della gestione del sangue.

Filippo Toni, uno dei fondatori di Rosso, ha raccontato a L’Ora Buca quanto sia importante che i giovani inizino a donare il sangue: “È fondamentale che i giovani capiscano l’importanza di donare il sangue e che comincino a farlo, dato che al momento l’età media dei donatori di sangue in Italia è 45 anni. Nel nostro paese si può donare dai 18 anni ai 60 anni circa e in pochi anni, quando la media dei donatori di oggi non potrà più donare, senza ricambio generazionale non ci sarà più sangue e saremo obbligati ad acquistarlo all’estero”

Ma perché i giovani sono così refrattari alla donazione del sangue? Secondo il fondatore di Rosso il problema potrebbe essere nel modo di far arrivare il messaggio: “I giovani donano poco perché è scarsa la comunicazione su questo importante tema, che dovrebbe essere più sensibilizzato. Inoltre la comunicazione esistente non è mirata sui giovani, non è fatta da giovani per i giovani, è poco chiara e priva di coinvolgimento. Per ovviare a questo problema e raggiungere sempre più ragazzi, Chiara ha fondato un nuovo progetto che si chiama “Corporate Life Savers”, nella quale lei stessa si propone come modello per le nuove generazioni e sensibilizza sull’importanza di cominciare a donare il sangue”. 

Per rispondere a questo problema di comunicazione e veicolare meglio il messaggio, accanto a Rosso è nato un’iniziativa parallela mirata. “Il nostro team, oltre a Rosso, ha dato vita anche al progetto “Young Ambassador”, che coinvolge giovani under 35 con forte impatto sociale che si impegnano per uno sviluppo sano e sostenibile della società. Questi giovani sono consapevoli dell’importanza delle donazioni di sangue e si riuniscono l’obiettivo di sensibilizzare i coetanei sull’importanza di offrire il proprio contributo donando il sangue.Tra questi personaggi ci sono Eugenio Russo e Chiara Oddi. Eugenio è il Ceo di Conthackto, un movimento che vuole supportare, orientare e formare giovani al mondo imprenditoriale. Chiara Oddi invece è presidente di Hortensia, la prima associazione transfemminista in Luiss, nata nel 2021 con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sulle tematiche di inclusione e sostenibilità”.

Che obiettivo si prefissa Rosso per il futuro? “L’obiettivo di Rosso è di azzerare l’emergenza sangue in Italia in 10 anni. Per fare ciò si serve dell’aiuto di ospedali, medici ematologi, associazioni, scuole, università e aziende, che offrono ognuno un tipo di servizio diverso ma con uno scopo comune. Rosso cerca di semplificare il procedimento di prenotazione per donare il sangue grazie alle associazioni partner che mettono a disposizione un luogo fisico (consigliato dalla piattaforma in base al luogo di residenza) dove chi si prenota andrà a donare il sangue. Rosso inoltre offre ad ogni donatore dei colloqui con medici ematologici, nei quali si potranno chiedere informazioni sulla donazione, esporre eventuali problematiche e chiarire diversi dubbi. Donare il sangue è un gesto veloce e semplice ma fondamentale per la vita di un altro essere umano”.